Il tuo mondo ti va stretto?
Ecco come fare per ingrandirlo!
“Noi riusciamo a pensare limitatamente alle parole
di cui disponiamo, perché non riusciamo ad avere pensieri ai quali non
corrisponde una parola” (Cit. Heidegger)
Non c’è nulla da fare, molte delle risposte ai problemi che stai vivendo, la puoi trovare nel passato.
In questo caso te la suggerisce il mitico Heidegger filosofo che dal 1950 ti riporta questo suo pensiero anche grazie al mio bolg che in questo momento stai leggendo: una vera macchina del tempo!
Dunque, quando hai iniziato a parlare, mamma e papà prendevano il ciuccio e ti dicevano: “Ciuccio!”.
Questa associazione oggetto/parola è continuata per tutta la vita permettendoti di “riconoscere” e comprendere “tutta” la realtà che ti circonda.
Tutta tutta?
Solo quella che riconoscerai grazie all’associazione oggetto/parola.
Colombo aveva le
caravelle invisibili!
Si narra che quando Colombo arrivò sulle coste delle indie, gli indigeni
non riuscirono a vedere le navi perché non avevano mai visto nulla di simile e
quindi non avevano nomi per esprimere l’esperienza.
La stessa cosa può capitare a chi, magari vivendo nella stessa casa da anni,
non ha mai notato un chiodo nel muro. Dal momento in cui lo vede, non potrà più
non vederlo: appartiene al suo modello di realtà “arricchito”.
Gli indigeni, come si accorsero delle caravelle?
Guarda il mio video e lo scoprirai!
Conoscere parole allarga il mondo percepito. Ovviamente con “parole” non intendo solo oggetti ma stati d’animo, suoni, percezioni.
Esempio: stai giù di morale, non hai forze, non ti va di fare nulla. Partendo dal principio che in quel caso non hai nulla di fisico, stai male ma non capisci il perché.
Vivi in balìa di confuse sensazioni di tristezza, mestizia, malinconia, infelicità, sconforto, scontentezza, disperazione, angoscia, amarezza, dispiacere, malumore, abbattimento, depressione, demoralizzazione, delusione, disillusione, avvilimento, afflizione ecc.
Se non conosci le parole per definire la causa delle percezioni di malessere potresti solo subire le conseguenze di ciò che non identifichi.
E si sa, lottare contro un nemico che non vedi è sempre più difficile.
Sembrerebbe quindi che la cultura, il sapere, il conoscere allarga davvero le tue percezioni e anche la gamma delle emozioni e sentimenti.
Vedo gli effetti di questa mancanza di riconoscimento di sentimenti ed emozioni soprattutto nei giovani.
Spesso vado nei licei come motivatore nell’ambito del progetto SPAIC che conduco con INAIL utilizzando il mio modello motivazionale di ShowCoaching™ e sono a stretto contatto con la realtà giovanile.
Molti si sentono “disorientati” anche perché non riescono a riconoscere i sentimenti che provano.
Come dice il filosofo Umberto Galimberti in passato la cultura scolastica aiutava ad arricchire il “vocabolario delle esperienze emotive” grazie allo studio delle tragedie, romanzi, avventure, drammi.
Il giovane così associava subito situazione/emozione e nella vita le avrebbe sapute meglio identificare in se stesso e negli altri.
- Scopri oggetti in casa o al lavoro che non avevi notato
- Cerca di dare un nome definito alla sensazione o sentimento che provi
- Prova curiosità per ciò che non conosci
- Nota dettagli nuovi nelle persone: fisici, di espressione, di abbigliamento
- Sperimenta cose nuove: cibi, abbigliamento, percorsi stradali
- Viaggia e vai dove non sei mai andato
Vedrai miracoli se
crederai
Ti lascio con questa meravigliosa canzone del film di animazione Disney: Il
principe d’Egitto.
Se sai scorgere quello che ti circonda vedrai un mondo sempre più prezioso:
“Vedrai miracoli se crederai!”
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