sabato 23 maggio 2020

La passione è la benzina che accende la vita



Professione motivatore
Molti pensano che il motivatore è colui che incita: "Dai che ce la puoi fare! Non mollare! Sei forte!"
Tornano alla mente le immagini dei film più famosi dove l'allenatore incoraggia sempre a resistere e dare il meglio di sé.
Beh così è facile... Lo possono fare tutti!


Il motivatore non è un "semplice" incitatore
Ognuno di noi ha dei talenti e quando li riconosce e li esprime è felice e realizza una vita piena di soddisfazioni.
I problemi sorgono quando non riusciamo a riconoscere questi "doni" o peggio, quando vengono bloccati dalle aspettative di altre persone: genitori, insegnanti o della società.
La mia professione di Mental Coach mi ha portato nei licei a svolgere i miei programmi motivazionali per ragazzi di ShowCoaching™ e troppo spesso ho visto studenti infelici perché erano costretti in un percorso di studi che non apparteneva alla propria natura.


Segui l'inclinazione!

L'acqua fa fatica per trovare il mare? No, perché segue la propria inclinazione.
Segue la strada migliore, la traiettoria ottimale, la minima resistenza al conseguimento dello scopo naturale.
Quando conosci e realizzi le naturali inclinazioni (i talenti) si sviluppa quella FORZA che fa compiere azioni incredibili, superare difficoltà e realizzare una vita felice.





La vera mission del motivatore
  • Individuare le abilità della persona
  • Comprendere gli ostacoli che bloccano tali abilità
  • Far riconoscere i propri talenti
  • Proporre strategie di applicazione delle innate abilità
  • Fare acquisire le risorse utili per il raggiungimento degli obiettivi


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Paolo Abozzi







martedì 19 maggio 2020

Quella è la nave di Teseo?


Si racconta che Teseo avesse una nave in legno con la quale compì innumerevoli viaggi ed imprese. Nonostante i lunghi anni in mare, la leggenda vuole che la nave si sarebbe conservata sempre intatta perché i marinai man mano sostituivano con parti nuove quelle che si deterioravano.
La domanda è: al termine delle sue avventure, quella che attraccò al porto, era ancora la nave di Teseo?


Ognuno è la nave di Teseo
Le cellule del nostro corpo cambiano circa ogni 7 anni determinando la rigenerazione biologica dell'intero organismo.
La biologia lo ha scoperto solo recentemente ma come al solito, se andiamo a guardare le antiche tradizioni come quella della medicina cinese, già millenni fa affermava che l'energia vitale Yang si svilupperebbe nelle donne ogni 7 anni.
Anche il Sufismo e poi all'inizio del '900 assieme alle teorie di Rudolf Stainer, riportavano le fasi di sviluppo della vita in 7 anni.
Interessante!

Anche Ippocrate ribadisce i 7 cicli:

“Nell’esistenza umana sono presenti sette tempi che chiamiamo “età”: lattante, bambino, adolescente, giovane, adulto, uomo maturo, anziano. Al periodo (mutevole) della Luna, durante la prima infanzia (fino ai sette anni) subentra quello di Mercurio, in cui si acquisiscono le prime conoscenze (7-14 anni), quindi quello di Venere, che rivela la sua forza nelle emozioni passionali dell’adolescenza (14-21 anni); giunge poi lo zenit (solare) della vita, i tre settenni della piena forza vitale e dei desideri d’espansione (21-42 anni). Il regno del malvagio Marte genera un improvviso mutamento e conduce alle lotte, le amarezze e le disillusioni di cui è ricca l’età adulta (42-49 anni). Poi, sotto lo scettro di Giove, si presenta ancora una volta un picco della vita, la maturità propriamente detta, la quale, saggia e serena, contempla le gioie e le sofferenze dell’esistenza, sempre contribuendovi con gaiezza (49-56 anni). Arriva infine, sotto la stella di Saturno, lenta e lontana dalla terra, la grande età in cui le forze vitali si raffreddano e pian piano si fermano”.


Perché io sono io?
Da mental coach, come al solito cerco di proporre punti di vista diversi e spero stimolanti.
Dunque, se nessuna delle mie cellule è la stessa dopo un ciclo di 7 anni, come faccio ad affermare che io sono ancora io dopo magari 50 anni?
Mi piace proporre l'idea del campo di coscienza unificato: una vibrazione cosciente che sta alla base dell'universo fisico.
Osservando il comportamento della materia nella scala dell'infinitamente piccolo (area di studio della Fisica Quantistica), ci si svela una "nuova" ipotesi: solo all'occhio dell'osservatore la vibrazione può divenire materia.

Che vuol dire ciò?
Significherebbe che quanto tramandato da grandi illuminati spirituali è dimostrato dalle recenti scoperte scientifiche: tutta la materia (anche il nostro corpo) della quale è costituito l'universo è frutto di quella Vibrazione cosciente.
In altre parole, la Vibrazione è in ogni punto dell'universo, più precisamente... E' l'universo.
Non vi torna alla mente qualcosa?

"In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio"
Gv 1, 1-18

Suggestivo questo punto di vista, vero?
Se volessimo inquadrare il nostro discorso sulla rigenerazione cellulare, darebbe un senso al fatto che nonostante a cicli di 7 anni abbiamo cellule nuove, persiste la nostra identità.
Vogliamo esagerare?
Ok, se sposiamo questa ipotesi (dimostrata comunque scientificamente) potremmo anche affermare che Dio è ovunque e noi poremmo essere "punti di vista" della Sua coscienza.












sabato 16 maggio 2020

Come allargare il proprio mondo

Il tuo mondo ti va stretto?
Ecco come fare per ingrandirlo
!


Noi riusciamo a pensare limitatamente alle parole di cui disponiamo, perché non riusciamo ad avere pensieri ai quali non corrisponde una parola” (Cit. Heidegger)


Leggi questo messaggio inviato dal passato
Non c’è nulla da fare, molte delle risposte ai problemi che stai vivendo, la puoi trovare nel passato.
In questo caso te la suggerisce il mitico Heidegger
filosofo che dal 1950 ti riporta questo suo pensiero anche grazie al mio bolg che in questo momento stai leggendo: una vera macchina del tempo!
Dunque, quando hai iniziato a parlare, mamma e papà prendevano il ciuccio e ti dicevano: “Ciuccio!”.
Questa associazione oggetto/parola è continuata per tutta la vita permettendoti di “riconoscere” e comprendere “tutta” la realtà che ti circonda.
Tutta tutta?
Solo quella che riconoscerai grazie all’associazione oggetto/parola.

Colombo aveva le caravelle invisibili!
Si narra che quando Colombo arrivò sulle coste delle indie, gli indigeni non riuscirono a vedere le navi perché non avevano mai visto nulla di simile e quindi non avevano nomi per esprimere l’esperienza.
La stessa cosa può capitare a chi, magari vivendo nella stessa casa da anni, non ha mai notato un chiodo nel muro. Dal momento in cui lo vede, non potrà più non vederlo: appartiene al suo modello di realtà “arricchito”.
Gli indigeni, come si accorsero delle caravelle?

Guarda il mio video e lo scoprirai!







Stai male ma non sai perché?
Conoscere parole allarga il mondo percepito. Ovviamente con “parole” non intendo solo oggetti ma stati d’animo, suoni, percezioni.
Esempio: stai giù di morale, non hai forze, non ti va di fare nulla. Partendo dal principio che in quel caso non hai nulla di fisico, stai male ma non capisci il perché.
Vivi in balìa di confuse sensazioni di tristezza, mestizia, malinconia, infelicità, sconforto, scontentezza, disperazione, angoscia, amarezza, dispiacere, malumore, abbattimento, depressione, demoralizzazione, delusione, disillusione, avvilimento, afflizione ecc.
Se non conosci le parole per definire la causa delle percezioni di malessere potresti solo subire le conseguenze di ciò che non identifichi.
E si sa, lottare contro un nemico che non vedi è sempre più difficile.


Più parole conosci più diventa grande il tuo mondo
Sembrerebbe quindi che la cultura, il sapere, il conoscere allarga davvero le tue percezioni e anche la gamma delle emozioni e sentimenti.
Vedo gli effetti di questa mancanza di riconoscimento di sentimenti ed emozioni soprattutto nei giovani.
Spesso vado nei licei come motivatore nell’ambito del progetto SPAIC che conduco con INAIL utilizzando il mio modello motivazionale di ShowCoaching™ e sono a stretto contatto con la realtà giovanile.
Molti si sentono “disorientati” anche perché non riescono a riconoscere i sentimenti che provano.
Come dice il filosofo Umberto Galimberti in passato la cultura scolastica aiutava ad arricchire il “vocabolario delle esperienze emotive” grazie allo studio delle tragedie, romanzi, avventure, drammi.
Il giovane così associava subito situazione/emozione e nella vita le avrebbe sapute meglio identificare in se stesso e negli altri.


Vuoi ingrandire il tuo mondo?
- Ogni giorno impara almeno una parola nuova
- Scopri oggetti in casa o al lavoro che non avevi notato
- Cerca di dare un nome definito alla sensazione o sentimento che provi
- Prova curiosità per ciò che non conosci
- Nota dettagli nuovi nelle persone: fisici, di espressione, di abbigliamento
- Sperimenta cose nuove: cibi, abbigliamento, percorsi stradali
- Viaggia e vai dove non sei mai andato

Vedrai miracoli se crederai
Ti lascio con questa meravigliosa canzone del film di animazione Disney: Il principe d’Egitto.
Se sai scorgere quello che ti circonda vedrai un mondo sempre più prezioso: “Vedrai miracoli se crederai!”


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Paolo Abozzi

 



martedì 12 maggio 2020

Il tuo lavoro è l’espressione del tuo talento?



Il tuo lavoro è l’espressione del tuo talento?
Se la tua risposta è affermativa di sicuro lavori con passione, piacere e fai anche tanti soldi.
Non solo l’infelicità ma anche somatizzazioni o malattie, possono derivare dallo svolgimento di un lavoro che non corrisponde al proprio modo di essere, di volere, di sentire.


E se fossi un falegname felice?
Per un’intera esistenza professionale ci si barcamena tra i compromessi per mettere a tacere i bisogni dell’anima con il contentino di una soddisfazione (superficiale) data da un benessere, economico o per un riconoscimento sociale/familiare. 
E se i tuoi genitori ti hanno imposto di essere un avvocato di successo e tu volevi essere un falegname felice?

Il tuo lavoro è davvero l’espressione del tuo talento?
“Non è facile fare il lavoro che si vuole”
Se hai installata la convinzione che non è facile, non potrai mai PERMETTERTI DI PENSARE di poterlo effettivamente fare ed evidenzierai solo le difficoltà nel raggiungimento di quell’obiettivo.
Ecco che è pronta una vita di rimpianti, rimorsi, sospiri. 

Ogni progetto, grande o piccolo che sia, per essere realizzato ha bisogno di una giusta strategia che è fatta da numerosi step:
  • Individuare l’obiettivo
  • Pianificazione della strategia a breve/medio/lungo termine
  • Valutazione delle risorse necessarie

“Mi piacerebbe ma non so se sono all’altezza!”
Se non provi e ti metti in gioco non lo saprai mai e morirai con questo dubbio!
Se provi e non sei capace, impara, studia, fai formazione per quello che ti serve e poi rimettiti in gioco.

Nella vita non ci sono successi o sconfitte ma solo risultati.
“Ora non ho tempo per pensare a questo, devo fare il lavoro che ho!”
E chi ti chiede di lasciarlo? Se non ti soddisfa però, mentre continui a farlo, inizia a costruire quello che davvero vuoi fare perché, come diceva John Lennon: “La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati in altri progetti.”


Durante  le mie conferenze di ShowCoaching™ , molti studenti  nei licei mi dicono  “Non so proprio che lavoro vorrei fare!”
La mia risposta/stimolo è: “Qual è il lavoro che faresti gratuitamente? Quello è il lavoro della tua vita!”

Proviamo ad  immaginare come sarebbe il mondo futuro se i genitori riuscissero a cogliere i talenti e le inclinazioni dei figli e li aiutassero fin da piccoli a riconoscerle, crederci e potenziarle attraverso il giusto percorso di formazione e specializzazione!

Il tuo lavoro è l’espressione del tuo talento? Se è così: “Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita” (Confucio).

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Paolo Abozzi Coach