sabato 18 aprile 2020

Web Public Speaking: ansia di parlare davanti alla webcam?

Come mental coach e formatore aziendale, già prima dell'urgenza di comunicazione in web cam data dalla quarantena per il COVID19, incontravo persone con grandi difficoltà nel parlare in pubblico.
Anche il manager più preparato, sicuro di sé, intraprendente, davanti a una riunione aziendale o peggio in una conferenza con molti auditori, andava nel panico: sudava, arrossiva, balbettava.
Stessa cosa nelle riunioni telematiche: davanti alla web cam, da soli ma con tante persone davanti, può capitare di emozionarsi al punto di non rendere efficace la comunicazione.

Lavoro spesso con gli insegnanti, soprattutto in questo momento di pressante necessità di SCUOLA A DISTANZA, alcuni di loro sono entrati nel panico al pensiero di dover mostrare il loro modo di comunicare davanti ai genitori dei loro alunni.


Web Public Speaking: come parlare in pubblico


Questi sono i fattori che incidono sulla capacità di parlare in pubblico, nello specifico davanti ad una web cam nel corso di una riunione telematica:

  • Stato emotivo
  • Immagine di sé
  • Comunicazione non verbale
  • Efficacia linguistica
Stato emotivo
Chiaro è che se ci accingiamo ad una riunione/lezione già con ansia ed animo turbato, tutto è più difficile: cosa fare?
15 minuti prima di iniziare il collegamento può risultare efficace compiere degli esercizi fisici minimi: stretching, saltelli sul posto, picchiettare la punta delle dita sul parti diverse del corpo.
La respirazione è poi fondamentale: stando seduti, concentrarsi sul proprio respiro e senza modificarne il ritmo e per qualche minuto rimanere spettatori dell'aria che entra e che esce dal naso.
Molti esercizi di respirazione sono spiegati nel mio gruppo Facebook Meditare online con Paolo Abozzi.
La meditazione è uno strumento fondamentale nella gestione dell'ansia da public speaking.


Immagine di sé

Immaginiamo che incontrare in ambito lavorativo uno o più interlocutori in video conferenza, sia la stessa cosa che incontrarlo di persona.
E' importante quindi il "rendersi presentabili", in ordine e anche il "contorno" inquadrato dalla telecamera deve rendere l'idea di un setting professionale.
Di certo, se si è in casa, non bisogna stravolgere l'arredamento ma, a seconda delle situazioni, la foto di nonna o di voi in costume al mare, forse non è la scenografia migliore.
E' necessario inoltre avere la giusta illuminazione del volto da organizzare prima che inizi la conversazione.


Comunicazione non verbale
La postura ben eretta, un sorriso, un'espressione naturale ed attenta sono il biglietto da visita principale.
La gestualità rientra nella comunicazione non verbale: senza esagerare, 
utilizzate le mani, per arricchire e far visualizzare meglio i concetti che esprimete linguisticamente.

Cercate di mantenere il ritmo della comunicazione, pause, distrazioni (casalinghe) o altro devono essere annullate.
L'atteggiamento migliore è quello di far finta che siete davvero, fisicamente, davanti a quella persona o gruppo.


Efficacia linguistica
Proprio come si fa durante una riunione o una telefonata importante, tenete un appunto da qualche parte fuori della portata della web cam dove avete la "scaletta" degli argomenti dei quali avete intenzione di parlare.
Questo semplice aiuto vi consentirà comunque di toccare tutti gli argomenti anche se vi impanicate.


Bravi comunicatori in web cam si diventa!


Si, anche la persona più impacciata, con la corretta formazione può ottenere grandi risultati e diventare più "sciolta" e gestire al meglio la comunicazione via web cam. Coloro che invece già sono avvezzi a parlare davanti una telecamera, possono implemetare le loro capacità e diventare ancora di più smaliziati comunicatori: aumento della capacità di persuazione, efficacia di vendita e 
incremento della leadership.


Proprio per venire incontro alle esigenze del momento in cui l'uso della teleconferenza è diventato più urgente, ho organizzato un corso di WEB PUBLIC SPEAKING di 3 incontri di gruppo (circa un'ora l'uno) Lunedì 27 Aprile alle ore 21,00 che terrò sulla applicazione Zoom che potrete seguire ed intervenire sia su PC che cellulare e tablet.

  • Gestione dell'emotività
  • Programmazione Neurolinguistica (PNL) per potenziare la comunicazione
  • Comunicazione non verbale: il linguaggio espressivo del corpo

Questi sono solo alcuni degli argomenti che tratterò, altri emergeranno nel corso di comunicazione efficace in web cam cercando di calibrare le informazioni diattiche con le esigenze dei partecipanti.

Per informazioni ed iscrizioni
Paolo Abozzi
Telefono e WhatsApp 3282924284



lunedì 6 aprile 2020

Eruzioni cutanee: la pelle urla ciò che la bocca tace


Sarà un caso ma, durante le consulenze online di life coaching, molte persone mi dicono che in questo periodo hanno sfoghi sulla pelle: arrossamenti, prurito.
Lasciando a medici e dermatologi tutte le considerazioni del caso, mi piace fare qualche riflessione da un altro punto di vista: la comunicazione mente-corpo.
C'è un detto: "Il corpo urla ciò che la mente tace".

Si sa che in molti detti popolari c'è insita una verità, proviamo a scoprirla perché credo che più punti di vista possono arricchire le nostre possibilità di scelta.

Uno dei princìpi della medicina primitiva asseriva una connessione tra la malattia come espressione di un senso di disagio dell'individuo: presupponevano quindi un'unità tra corpo, mente ed ambiente, uno influenzava l'altro.
In tempi più recenti la Psicosomatica ha codificato l'esistenza di questo rapporto inscindibile tra mente e corpo.

Quali sono i più comuni disturbi psicosomatici?
  • Colite
  • Dermatite
  • Stanchezza cronica
  • Cefalea
  • Tachicardia
  • Dolore cronico

Possiamo aggiungere alla lista molti altri disturbi, anche più importanti...
Se accettiamo di arricchire i nostri punti di vista indossando gli occhiali della psicosomatica, possiamo dire che i sintomi, tra i quali gli arrossamenti ed eruzioni della pelle, potrebbero avere anche un significato, un messaggio.
Un messaggio taciuto dalla "bocca" ma urlato dal corpo, tanto per tornare al titolo del mio articolo.
La mia domanda stimolante è: in questo momento di necessaria reclusione, di emergenza, di isolamento sociale, oltre tutte le altre emozioni, potremmo essere irritati da tutto ciò ed il nostro corpo esterna questo disagio con le irritazioni?
Se siete concordi con me fino a questo passaggio, forse la riflessione che potreste farmi è: "Ok, ora che lo so, che mi cambia?"
Giusta osservazione ma seguitemi e tentiamo di andare oltre.

Il primo passo è la predisposizione alla comprensione che ci permette di non subire soltanto un accadimento (il sintomo) ma di avere anche un'altra chiave di lettura.
Secondo passo è cercare di capire cosa sta esprimendo il sintomo, che messaggio vuole dare.
Il sintomo ha un linguaggio tutto suo: la metafora!
Alla luce di questo linguaggio è più facile capire che se mi irrita una situazione mi compare un arrossamento e... Mi devo grattare.

La soluzione più radicale, una volta escluse qualsiasi patologie mediche, sarebbe quella di eliminare il problema che causa la reazione del sintomo ma spesso non è possibile, magari dovremmo fare scelte di vita che scombussolerebbero troppo.
C'è un'altra strada: comunicare con il sintomo.

Per prima cosa bisogna predisporsi al "dialogo" con il sintomo e si può far questo attraverso facendo silenzio dentro di sé, magari con la meditazione.
Una volta aperto questo canale di comunicazione, provare a instaurare un dialogo con il sintomo, un
 pò come quando si parla con un amico:"Caro sintomo, so che ti sei manifestato perchè sto provando un disagio in questo momento.
Invece che prendermela con te, ti capisco. So che vuoi esprimere la mia sofferenza.
Grazie.
Ora che ho capito questo, cercherò di tenerlo ben presente e di fare tutto quello che posso per alleviare la tua/mia pena.
Grazie per il tuo messaggio!"


E' necessario uno stato di meditazione per agevolare il "dialogo" perché altresì rimarrebbe una cosa meramente mentale. Abbiamo bisogno di un "dialogo" intimo, emotivo, profondo, proprio com'è la natura del linguaggio del sintomo.

Se vuoi un aiuto per il raggiungimento di questo stato, puoi collegarti con il mio gruppo Facebook Meditare online con Paolo Abozzi ogni giorno svolgo la pratica meditativa con dirette video che possono essere agevolmente seguite anche da chi è a digiuno di meditazione.

Paolo Abozzi

venerdì 3 aprile 2020

Cosa c'è dopo Internet?

Riavvolgendo la storia dell'evoluzione non solo dell'uomo ma quella della formazione della storia del nostro pianeta, ci accorgiamo di come la percezione dello scorrere del tempo sembri accelerare.
 
“I cinque scarsi decenni dell’homo sapiens – dice un biologo moderno – rappresentano, in rapporto alla storia della vita organica sulla terra, qualcosa come due secondi al termine di una giornata di ventiquattr’ore. La storia infine dell’umanita’ civilizzata occuperebbe, riportata su questa scala, un quinto dell’ultimo secondo dell’ultima ora”. Il tempo attuale [die Jetztzeit], che, come modello del tempo messianico, riassume in una grandiosa abbreviazione la storia dell’intera umanita’, coincide esattamente con la parte che la storia dell’umanita’ occupa nell’universo.
Estratto da: Tesi di filosofia della storia di Walter Benjamin 

Graficamente è ben espresso con l'immagine qua sopra.
Se rappresentiamo la storia dell'evoluzione della Terra sulla circonferenza di un ipotetico orlogio vediamo che l'apparizione e lo sviluppo dell'uomo, copre solo gli ultimi secondi delle 24 ore totali!

Questa presa di coscienza, a mio avviso, può generare due riflessioni in chi ha lo stimolo ad andare oltre le apparenze:

  • La presa di coscienza di come in pochissimo tempo l'uomo sia riuscito a distruggere quello che la Natura ha costruito in milioni di anni.
  • L'insorgere della domanda: "Cosa succederà dopo?"
Tralascio, per il momento, la prima domanda e condivido la mia percezione riguardo alla seconda: cosa succederà dopo?
Come spunto tematico del presente articolo ho preso propio l'esempio  dell'evoluzione tecnologica: Internet.


E allora, riavvolgiamo il nastro della storia degli ultimi istanti del nostro orologio della civiltà!

  • 14 secondi dalla mezzanotte: invenzione della scrittur
  • 11 secondi dalla mezzanotte: costruzione delle piramidi
  • 9 secondi dalla mezzanotte: codice Hammurabi
  • 6 secondi dalla mezzanotte: Budda e Confucio
  • 5 secondi: nasce Cristo e l'Impero Romano
  • 1 secondo: impero Mongolo, Rinascimento, Colombo e le Americhe, metodo scientifico di Galileo: nasce la scienza moderna

Rivoluzione industriale, meccanica, scientifica, i primi enormi computer, la Teoria della Realitività, Fisica Quantistica, telefono, Internet, cellulare, iPad: tutto cià è racchiuso in pochissimi decimi o centesimi di secondo di queste immaginarie 24 ore.
La domanda dunque è: e ora?


Quello che appare ai miei occhi di insaziabile osservatore curioso è la parola condivisione.
Quando si fa una "scoperta" tecnologica, non si inventa nulla: si scopre qualcosa che la Natura aveva già creato.

Veniamo quindi a Internet ed il suo sviluppo.
La Rete ha permesso all'umanità di compiere uno shift, un salto evolutivo creando un mondo parallelo al reale: scambi commerciali, relazionali, cultura, porno.
Certo ora possiamo potenziare la connessione ma poi? E' come spingere l'evoluzione dell'Iphone 7, 8, 9, X ma... E' sempre un telefono!

Dunque, per tentare di comprendere cosa potrebbe succedere dopo Internet dobbiamo cercare nella Natura: con Internet abbiamo solo scimmiottato con fili, modem, onde radio quello che in fondo già percepiamo: siamo tutti connessi a livello di anima.
Quando ascolto una musica che mi piace, mi rapisce, il tempo vola, si azzera e rimando immerso nelle emozioni dei quelle note.
Quando medito mi immergo nell'atemporalità e posso cogliere lo spirito divino che è in me e sentirmi parte del tutto.


Sul gruppo Facebook 
Meditare online con Paolo Abozzi ogni giorno tengo una diretta video dove guido gli spettatori a meditare con una semplice metodologia molto pratica.Le testimonianze sono molteplici: in quel momento di distacco dal contingente è possibile cogliere l'assoluto che è in noi e contemporaneamente sentirsi parte del tutto.

Questo è ciò che potrebbe accadere "dopo Internet": prendere atto che ognuno di noi non è altro che un "modem biologico" che può percepire di essere parte dell'Anima Universale.
Questo momento di isolamento sociale a causa del virus Covid 19 può essere una preziosa occasione per rendersi conto di ciò.


Paolo Abozzi


















giovedì 2 aprile 2020

Chi guida l'autobus? Usare il cervello per cambiare: Programmazione Neurolinguistica


"Usare il cervello per cambiare" è stato il primo libro di Programmazione Neurolinguistica (PNL) che ho comprato, era il 1993.
Il titolo ha avuto per la mia curiosità un irresistibile effetto calamita!
Nelle prime pagine campeggiava la frase: "Chi guida l'autobus?"
Titolo e linguaggio di scrittura che contrastava con l'altisonante sottotitolo: submodalità e Programmazione Neurolinguistica.
Dopo avermi superficialmente attratto, mi ha rapito e l'ho divorato. E dopo questo libro, tanti e tanti altri fino a prendermi la specializzazione di PNL USA nel 1995: davvero uno dei primi in Italia.
Oggi la PNL è molto diffusa ma anche molto cambiata e molti dei princìpi dettati dai fondatori Bandler e Grinder (un matematico ed un fisico) sono cambiati, spesso travisati.
C'è addirittura chi la spaccia come metodo per plagiare le menti: nulla di più errato.
Come potrete leggere su Wikipedia, la PNL nasce come MODELLO di comunicazione interpersonale che studia gli schemi di comportamento di successo per modellarli, ovvero insegnarli alle persone che non utilizzano quegli schemi.
Per farla semplice... Attraverso delle chiavi di lettura del COME una persona riesce a fare con successo un'azione, posso estrapolare la sua strategia di successo ed insegnarla ad un'altra.
Stiamo vivendo un momento difficile, il necessario isolamento sociale non aiuta e spesso si va nel panico o si perde la capacità progettuale.
La PNL è uno degli strumenti che può aiutare ad interrompere questo circolo vizioso e trasformarlo in un circolo virtuoso.
Oramai utilizzo la PNL da tanti anni nel Life Coach individuale e nei Team building con grandi soddisfazioni: funziona.
"Chi guida l'autobus?": è la metafora del nostro corpo e la mente.
Se ci sediamo sull'autobus, l'autista può portarci dove vuole lui ma se ci alziamo e prendiamo in mano il volante, guidiamo noi.
Paolo Abozzi

mercoledì 1 aprile 2020

"Siamo Vicini": azione di solidarietà del Centro Italiano Wingwave



Una delle mie specializzazioni è il Wingwave: un metodo di coaching tra i più efficaci e studiati scientificamente a livello mondiale.
Ho l'onore ed il piacere di far parte del team di coach del Centro Italiano Wingwave che in questo momento di emergenza Convid19 sono impegnati nell’azione Pro Bono “Siamo Vicini” per dare un contributo concreto alle persone in difficoltà, per capire e gestire meglio gli impattanti cambiamenti in corso nelle nostre vite, abitudini e sicurezze, con uno strumento, quello del Coaching, di storica e comprovata efficacia per la gestione della crisi e del cambiamento.


Se vuoi usufruire del nostro aiuto gratuitamente riempi il form: https://www.centroitalianowingwave.com/siamo-vicini

Paolo Abozzi