lunedì 6 aprile 2020

Eruzioni cutanee: la pelle urla ciò che la bocca tace


Sarà un caso ma, durante le consulenze online di life coaching, molte persone mi dicono che in questo periodo hanno sfoghi sulla pelle: arrossamenti, prurito.
Lasciando a medici e dermatologi tutte le considerazioni del caso, mi piace fare qualche riflessione da un altro punto di vista: la comunicazione mente-corpo.
C'è un detto: "Il corpo urla ciò che la mente tace".

Si sa che in molti detti popolari c'è insita una verità, proviamo a scoprirla perché credo che più punti di vista possono arricchire le nostre possibilità di scelta.

Uno dei princìpi della medicina primitiva asseriva una connessione tra la malattia come espressione di un senso di disagio dell'individuo: presupponevano quindi un'unità tra corpo, mente ed ambiente, uno influenzava l'altro.
In tempi più recenti la Psicosomatica ha codificato l'esistenza di questo rapporto inscindibile tra mente e corpo.

Quali sono i più comuni disturbi psicosomatici?
  • Colite
  • Dermatite
  • Stanchezza cronica
  • Cefalea
  • Tachicardia
  • Dolore cronico

Possiamo aggiungere alla lista molti altri disturbi, anche più importanti...
Se accettiamo di arricchire i nostri punti di vista indossando gli occhiali della psicosomatica, possiamo dire che i sintomi, tra i quali gli arrossamenti ed eruzioni della pelle, potrebbero avere anche un significato, un messaggio.
Un messaggio taciuto dalla "bocca" ma urlato dal corpo, tanto per tornare al titolo del mio articolo.
La mia domanda stimolante è: in questo momento di necessaria reclusione, di emergenza, di isolamento sociale, oltre tutte le altre emozioni, potremmo essere irritati da tutto ciò ed il nostro corpo esterna questo disagio con le irritazioni?
Se siete concordi con me fino a questo passaggio, forse la riflessione che potreste farmi è: "Ok, ora che lo so, che mi cambia?"
Giusta osservazione ma seguitemi e tentiamo di andare oltre.

Il primo passo è la predisposizione alla comprensione che ci permette di non subire soltanto un accadimento (il sintomo) ma di avere anche un'altra chiave di lettura.
Secondo passo è cercare di capire cosa sta esprimendo il sintomo, che messaggio vuole dare.
Il sintomo ha un linguaggio tutto suo: la metafora!
Alla luce di questo linguaggio è più facile capire che se mi irrita una situazione mi compare un arrossamento e... Mi devo grattare.

La soluzione più radicale, una volta escluse qualsiasi patologie mediche, sarebbe quella di eliminare il problema che causa la reazione del sintomo ma spesso non è possibile, magari dovremmo fare scelte di vita che scombussolerebbero troppo.
C'è un'altra strada: comunicare con il sintomo.

Per prima cosa bisogna predisporsi al "dialogo" con il sintomo e si può far questo attraverso facendo silenzio dentro di sé, magari con la meditazione.
Una volta aperto questo canale di comunicazione, provare a instaurare un dialogo con il sintomo, un
 pò come quando si parla con un amico:"Caro sintomo, so che ti sei manifestato perchè sto provando un disagio in questo momento.
Invece che prendermela con te, ti capisco. So che vuoi esprimere la mia sofferenza.
Grazie.
Ora che ho capito questo, cercherò di tenerlo ben presente e di fare tutto quello che posso per alleviare la tua/mia pena.
Grazie per il tuo messaggio!"


E' necessario uno stato di meditazione per agevolare il "dialogo" perché altresì rimarrebbe una cosa meramente mentale. Abbiamo bisogno di un "dialogo" intimo, emotivo, profondo, proprio com'è la natura del linguaggio del sintomo.

Se vuoi un aiuto per il raggiungimento di questo stato, puoi collegarti con il mio gruppo Facebook Meditare online con Paolo Abozzi ogni giorno svolgo la pratica meditativa con dirette video che possono essere agevolmente seguite anche da chi è a digiuno di meditazione.

Paolo Abozzi

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